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CONTROLLO PALLA INCREDIBILE, FREDDEZZA E LUCIDITA'... SEMPLICEMENTE ROBERTO BAGGIO IL DIVIN CODINO ...



Milan-Inter 1:1, 1996/97 - Domenica Sportiva
Milan-Inter 1:1, 1996/97 - Domenica Sportiva

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Milan-Inter 1:1, 1996/97 - highlights
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Il giorno in cui Roberto Baggio è diventato l'incubo del PSG
Il giorno in cui Roberto Baggio è diventato l'incubo del PSG

Roberto Baggio vs PSG - Intertoto Cup 2001 Il divin codino entra al secondo tempo per cercare di ribaltare il risultato sfavorevole nella finale di ritorno di Intertoto Cup 2001. Segna un rigore ed è pericoloso in diverse occasioni, vittima di falli aggressivi dettati dalla paura che nonostante l'età incuteva ancora negli avversari. Segui Mr Sintesi su Instagram: https://bit.ly/379KZou Segui Mr Sintesi su TikTok: https://bit.ly/3f8957q by Mr Sintesi



5 MAGGIO 2002 ||| Un giorno di FOLLIA nel calcio
5 MAGGIO 2002 ||| Un giorno di FOLLIA nel calcio

#5maggio #Cronachedispogliatoio 5 MAGGIO 2002 ||| Un giorno di FOLLIA nel calcio 🔘 Iscriviti 🔘 https://www.youtube.com/channel/UCfmCGVXfpAMSi4PP8kqWlbA?sub_confirmation=1 🔥Twitch 🔥 https://www.twitch.tv/cronache_di_spogliatoio ◻ Instagram ◻ https://www.instagram.com/cronache_di_spogliatoio/ ◼ Facebook ◼ https://it-it.facebook.com/cronachedispogliatoio/ 💬 Twitter https://twitter.com/cronachetweet ®Sito Web https://www.cronachedispogliatoio.it/ 📱Scarica la nostra APP https://www.cronachedispogliatoio.it/app/ Cinque maggio del 2002. Una data fin troppo facile da associare a una giornata di campionato: il tracollo dell’Inter all’Olimpico, la Juventus che non stecca a Udine e vince il titolo in volata, con i nerazzurri che in un pomeriggio da incubo si ritrovano da primi a terzi, scavalcati anche dalla Roma. Ma questa è la storia dell’altro cinque maggio, quello che sancì salvezze insperate, retrocessioni impensabili, rinascite romantiche e qualificazioni europee colte all’ultimo respiro. Tre campi, tre storie, i destini di cinque squadre che si incrociano. MILANO Fino al minuto 65 della giornata precedente, il Milan è spalle al muro. Carlo Ancelotti, chiamato a guidare il Diavolo a novembre al posto di Fatih Terim, sembra rassegnato all’idea di non aver rimesso i rossoneri in corsa per la Champions. I suoi ragazzi sono sotto di un gol a Verona e i primi quattro posti sembrano un’utopia, specialmente dopo il rigore calciato sul palo da Serginho. Ma poi arriva il pari di Inzaghi, che rianima il Milan e scatena i fantasmi dell’Hellas. Il gol chiave arriva a 8’ dalla fine: Andrea Pirlo è ancora confinato nel limbo dei senza ruolo, più trequartista che regista nonostante l’intuizione di Carletto Mazzone nella stagione precedente. Kaladze imbuca un pallone che oscilla tra la pigrizia e la genialità, la difesa del Verona si pianta, Pirlo scatta sul filo del fuorigioco, anticipa Ferron e mette in rete a porta sguarnita, regalando ai rossoneri la chance per l’assalto all’Europa che conta. Il 5 maggio, a San Siro, arriva il Lecce già retrocesso. È poco più di una formalità: Kaladze, Ambrosini e Shevchenko fissano il 3-0, San Siro ribolle perché la qualificazione Champions è in tasca. Eppure, il Milan entrava in quest’ultimo turno a pari punti con il Bologna, una delle rivelazioni del torneo. Già, cosa sta succedendo al Bologna? BRESCIA Il filo invisibile che collega Brescia e Bologna ha la forma di un codino. Roberto Baggio scende in campo quel 5 maggio per salvare il suo Brescia, dare un dispiacere ai suoi vecchi amici rossoblù e per andarsi a prendere quello che sarebbe il quarto Mondiale della sua carriera. È una sfida complessa, l’orgoglio che prende il controllo sulla ragione. Per uno dei talenti più limpidi della storia del nostro calcio, quel 2002 sembrava un anno maledetto. Il ginocchio lo aveva tradito durante Parma-Brescia, semifinale di andata di Coppa Italia. Una partita giocata il 31 gennaio, in ritardo di otto giorni rispetto a quanto previsto inizialmente dal calendario: il 23 gennaio, mentre tutto era pronto per il calcio d’inizio, Baggio e i suoi compagni avevano ricevuto una notizia ferale. Vittorio Mero, difensore che quel giorno era squalificato, aveva perso la vita in un tragico incidente stradale sulla A4. Aveva 27 anni, la famiglia lo stava aspettando a casa. Roberto era stato tra i primi a lasciare il campo, con le lacrime che avevano già preso a rigargli il viso. Eppure, contro ogni pronostico, persino contro ogni possibile ipotesi medica, il 21 aprile Baggio si era presentato in panchina per Brescia-Fiorentina, a 76 giorni dall’intervento di ricostruzione del legamento crociato. Aveva una squadra da salvare, un Mondiale da inseguire. Era entrato, Pep Guardiola gli aveva rimesso la fascia al braccio, aveva segnato due gol. Si era dato una speranza. Il cinque maggio entra in campo con la fascia da capitano stretta al braccio. Nel cerchio di centrocampo parla con un vecchio amico come Beppe Signori. Quel Bologna si sente forte. È quarto, con merito, alla pari con il Milan. Sette giorni prima ha spento le velleità di Champions della Lazio di Zaccheroni: una zampata di Signori da ex senza pietà, un gioiello di Pecchia sotto l’incrocio, i tifosi del Bologna che cantavano ai rivali «Ve ne andate in Intertoto». Si sente forte davvero quel Bologna. Ma non ha fatto i conti con il Brescia, che deve salvarsi. E in novanta minuti passa dalla Champions all’Intertoto, perché la Lazio nel frattempo fa il suo contro l’Inter e ribalta il campionato. Segnano Bachini con uno scavetto su Pagliuca, poi Baggio, ricacciando il pallone in porta con un pizzico di apprensione dopo aver sbagliato il rigore, e Luca Toni, con un mirabile diagonale mancino. Il Bologna lascia la Champions al Milan e la Uefa a Lazio e Chievo, il Brescia è salvo. Ma chi scende?



Il MALEDETTO EUROPEO 2000 ||| La beffa FINALE
Il MALEDETTO EUROPEO 2000 ||| La beffa FINALE

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Il rigore MALEDETTO di ROBERTO BAGGIO ||| Usa '94
Il rigore MALEDETTO di ROBERTO BAGGIO ||| Usa '94

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